cell. 338-2518571
Ambulatorio I.O.T. (Istituto Ortopedico Toscano) - Firenze 055-6577269 (viale Michelangelo, 41)
IL COMPORTAMENTO DEL DOLORE NEI PAZIENTI CON ULCERE VENOSE: ANALISI DURANTE ELASTOCOMPRESSIONE
R.Polignano*, P.L.Vannucchi*, S.Rowan°
*Servizio di Angiologia – UO Medicina 2a Ospedale S. Maria Nuova – Firenze °Smith
& Nephew International, Firenze
INTRODUZIONE
L’aspetto del dolore in pazienti con ulcere venose degli arti inferiori
costituisce un importante fattore per le conseguenze sulla qualità di vita, ma
viene spesso sottovalutato. La comparsa di dolore in questi pazienti può
nascondere una patologia arteriosa o la presenza di infezione; non considerarlo
porterebbe quindi ad una cattiva gestione dell’ulcera. Il dolore può inoltre
condizionare la scelta e l’accettabilità da parte del paziente della terapia
elastocompressiva. In questo studio abbiamo valutato l’intensità del dolore e il
suo comportamento durante 12 settimane di trattamento con due tipi di
elastocompressione.
MATERIALI E METODI
Abbiamo studiato 36 pazienti, 23 trattati con un bendaggio a quattro strati (PROFORE
– Smith&Nephew) e 13 con un sistema a corto allungamento (Tensoplast – Smith&Nephew).
Sono stati esclusi pazienti che presentavano un indice di Winsor inferiore a 0.8
e pazienti che presentavano in partenza segni di infezione. Ogni ulcera è stata
misurata e fotografata. Ad ogni paziente è stato proposto di quantificare il
proprio dolore sia all’arto colpito sia al controlaterale, utilizzando un
particolare righello di 10 cm di lunghezza sul quale segnare l’intensità del
dolore; zero costituiva l’assenza di dolore e 10 il dolore insopportabile. Tale
metodo, ampiamente utilizzato, è denominato «visual analogue scale» (VAS). Ogni
valutazione veniva eseguita all’inizio dl trattamento e alla 4a, 8a e 12a
settimana.
RISULTATI E DISCUSSIONE
Abbiamo studiato 25 donne e 11 uomini con un’età media di 69 anni tutti con
ulcere venose. Il 55% dei pazienti è guarito completamente durante le 12
settimane di trattamento, il 28% ha avuto comunque una riduzione dell’area
ulcerata tra il 60% ed il 94%. L’80% dei pazienti mostrava dolore prima
dell’inizio del trattamento. Dei 29 pazienti che presentavano dolore all’inizio
del trattamento, 21 hanno terminato lo studio e la media del punteggio del
dolore riferito, che all’inizio era 4.57, al termine del trattamento era di
0.20cm. Otto pazienti non hanno terminato lo studio, uno per motivi familiari,
uno per intolleranza al bendaggio e sei per comparsa di infezione accompagnata
da intenso dolore. In questi pazienti la media del dolore iniziale era 3.9cm e
diveniva 5.4cm al termine del trattamento. Anche se l’esiguo numero di casi e la
diversità numerica dei due gruppi di pazienti non ci ha permesso una valutazione
statistica, abbiamo osservato che non c’era relazione tra l’intensità del dolore
iniziale e la comparsa di infezione o di intolleranza al bendaggio. Il
comportamento del dolore nei Pazienti che hanno terminato lo studio era
sovrapponibile nei due gruppi trattati con bendaggi diversi. La percentuale
dell’area ulcerata guarita era, alla fine delle 12 settimane, nettamente
superiore nei pazienti che non riportavano dolore all’inizio del trattamento
(100% contro 57%). Nei Pazienti che hanno interrotto lo studio per comparsa di
dolore ed infezione, abbiamo osservato almeno un altro segno compatibile con la
presenza di infezione, ad esempio incremento dell’edema, secrezione maleodorante
o aumento dell’area ulcerata. I dati raccolti, anche se preliminari, possono
quindi indicarci l’ipotesi che la presenza di dolore in un’ulcera venosa da un
lato può farci sospettare la comparsa di un’infezione e dall’altro può
costituire un indice di ritardo nella sua guarigione. I due gruppi di pazienti
trattati con Profore o con Tensoplast non hanno mostrato differenze nella
dinamica della risposta del dolore.